Corso di Arrampicata Libera AL1: Quarta Uscita

News Pubblicato il 22 Gennaio 2025

Sabato 18 e domenica 19 gennaio

Nella splendida cornice della Val d’Adige lo scorso week end  si è svolta l’uscita che ha visto impegnati  gli allievi/ve del 17° Corso AL1.

Il nome Valle dell’Adige o Val d’Adige (Etschtal in tedesco), identifica il tratto della valle percorsa dal fiume ADIGE che va da Merano a Rovereto. La parte più settentrionale del corso del fiume, infatti, appartiene alla Val Venosta, mentre a sud di Rovereto il fiume scorre in Vallagarina fino all’ingresso nella pianura Padana poco a nord di Verona.

Già da diversi decenni la Val d’Adige è uno scrigno prezioso per gli arrampicatori, infatti passando dall’autostrada o dalla statale si possono notare  pareti incombenti che nel tempo hanno attirato l’attenzione degli appassionati. Si tratta delle belle pareti sul Monte Cimo, sopra il paese di Brentino, dove gli itinerari  aperti sono in genere di medio/alto livello. Lo stesso si può dire per le bellissime pareti e falesie sulla Chiusa di Ceraino. Il fiume, infatti, quasi alle porte di Verona abbandona la larga vallata per incunearsi in una stretta forra dove le pareti sono praticamente a pelo d’acqua. Anche queste sono state scalate fin dagli anni ‘70. Negli anni successivi, sono state esplorate anche pareti più facili, quelle che lambiscono il fiume poco più a sud del Monte Cimo ed esattamente sul Monte Cordespino, sopra il paese di Tessari. Solo da meno di 10 anni a questa parte si è iniziato a valutare che, proprio grazie alla facilità di accesso, e di rientro, ma soprattutto di salita, queste pareti avevano la loro ragione di esistere. E così, alpinisti e arrampicatori, soprattutto veronesi, hanno trovato un terreno vergine tutto da esplorare. In pochi anni sono nate decine di vie adatte ai tanti che, per capacità o voglia, si divertono senza particolare stress, diventando ben presto frequentate.

La scelta della zona è stata fatta con oculatezza e conoscenza dal Direttore del Corso Paolo Papini, proprio per le peculiarità sopra descritte che prevedevano un primo approccio a una bella giornata in falesia, per il secondo giorno facili itinerari a più tiri.

Durante il trascorre dei giorni della settimana, il meteo ci stava per mettere lo zampino, ma avevamo già in serbo il piano B.

Partiti il sabato di buon mattino sotto l’attenta guida degli istruttori della Scuola Vero Masoni, raggiunta la falesia di MITRIA, aperta da BEPPE VIDALI, STEFANO CAMPAGNARI e MATTEO VEDOVELLI negli anni 80, ottima per chi ama far lavorare più la suola delle scarpette che le dita e gli avambracci, i ragazzi/e del corso  hanno  potuto mettere in pratica quanto assimilato fino ad ora sia sotto l’aspetto di progressioni fondamentali compresi i sistemi di assicurazione e autoassicurazione. La falesia è caratterizzata da un compattissimo calcare grigio interrotto qua e là da qualche fessura e buchetti che regalano un’arrampicata tecnica contraddistinta da spalmi di piede e piccole tacche con difficoltà sempre contenute.

Al termine della giornata stanchi ma soddisfatti con un semplice trekking abbiamo visitato il FORTE SAN MARCO, è uno dei più grandi che si possano trovare nella Val d’Adige.

La costruzione del forte è stata iniziata nel 1888 allo scopo di completare la linea di difesa con il confine con l’Austria-UngheriaCompletato nel 1913, durante la prima guerra mondiale fu pesantemente armato, ma venne utilizzato quasi esclusivamente per l’acquartieramento di truppe.

Dopo una cena luculliana, degna del più famoso generale Lucio Licino Lucullo, a suon di balli e canti e instancabili serie di giochi a freccette,  abbiamo festeggiato brindando la fine del percorso formativo che ha visto l’ingresso nella nostra Scuola di 4 nuovi Istruttori Sezionali che andranno a implementare il già cospicuo  numero di istruttori presenti.

Insperato, ma le previsioni si sono avverate, il mal tempo è arrivato e la domenica mattina ci siamo svegliati con la pioggia, ed ecco pronto il piano B.

Tutti insieme abbiamo sfruttato la brutta giornata per scalare (per chi ancora non lo aveva ancora fatto), nella palestra indoor del KING ROCK di Verona, un vero e proprio parco giochi dell’arrampicata.

Nonostante la stanchezza che si è fatta sentire, i sorrisi e gli occhi pieni di gioia hanno fatto si che questa esperienza rimarrà a lungo nei cuori di tutti, soprattutto per i legami umani e le amicizie che si sono create all’interno del gruppo, che due mesi fa ha iniziato  questo percorso avvicinandoli  a questa grande  passione per la montagna (in questo caso l’arrampicata sportiva), che ci restituisce sempre forti emozioni.