Resoconto gita sulle Dolomiti Friulane

News Pubblicato il 11 Luglio 2023

Un clima estremamente benevolo ha assistito gli escursionisti che hanno partecipato all’impegnativa ma appagante gita nelle Dolomiti Friulane organizzata dalla nostra sezione dal 6 al 9 luglio.

Arrivati nel primo pomeriggio a Forni di Sopra, con una breve passeggiata sotto un clima ancora incerto saliamo fino all’accogliente Rifugio Giaf, dove Tommaso ci saluta e accoglie con la sua strabordande simpatia.

Sistemato lo zaino nelle camere e lasciato sfogare un breve scroscio di pioggia, partiamo per una breve passeggiata intorno al rifugio percorrendo un tratto dell’Anello di Bianchi dove cominciamo a scorgere i sentieri che percorreremo nei giorni successivi. Notevole il lariceto d’alta quota che incontriamo mentre torniamo al rifugio.

Immediatamente un interessante incontro con una fioritura tardiva della bellissima orchidea Cypripedium calceolus (scarpetta di Venere).

Cypripedium calceolus (scarpetta di Venere)

Durante la cena un piacevolissimo incontro con scambio di gagliardetti con i rappresentanti della sezione CAI di Forni di Sopra.

Scambio di gagliardetti con i rappresentanti della sezione CAI di Forni di Sopra

La mattina successiva eccoci pronti per la prima tappa che ci porterà fino al rifugio Pordenone passando per alcuni del sentieri più belli del parco, in particolare la prima parte del famoso sentiero delle genzianelle Truoi dai sclops. La giornata risulterà fantastica con un clima ideale. Dopo la prima salita superiamo la panoramica forcella Urtisiel e scendiamo quindi verso la Val Binon (con splendidi scorci verso la val Meluzzo e la lontana Cima dei Preti). Raggiungiamo dopo poco l’omonima casera, in splendida posizione nella parte più alta della valle. Qui Denis ci accoglie con i suoi simpaticissimi cani offrendoci ristoro e un buon caffè.

Dopo poco continuiamo raggiungendo quello che viene definito il paradiso del parco: la prateria alpina di Campuros una zona umida ricca di acqua e fiori incastonata tra le cime dolomitiche che la circondano.

La prateria alpina di Campuros

Si supera anche la forcella val di Brica e, dopo un rapido pranzo al sacco, si inizia la lunga discesa verso il rifugio Pordenone. Nella prima parte del percorso le viste verso i pinnacoli del gruppo dei Monfalconi e degli Spalti di Toro tolgono il respiro e, ancora sotto lo shock di una vista tanto grandiosa, abbiamo anche la sorpresa di un incontro con un solitario stambecco.

La vista verso il gruppo dei Monfalconi
Inatteso incontro in alta val di Brica

La discesa verso il rifugio Pordenone è lunga quanto affascinante. Diversi paesaggi si alternano: dai paesaggi montani, ai boschi misti di conifere e faggi, a torrenti rinfrescanti. Al rifugio l’accoglienza di Marika e Ivan è come sempre calorosa.

L’inatteso incontro con Lorenzo Marcon, presidente della sezione CAI di Pordenone (e con conoscenze in comune a Sesto Fiorentino!!), rende speciale anche questa serata.

La mattina successiva, sempre sotto uno splendido cielo sereno, iniziamo la salita verso la cima più famosa di queste montagne, il Campanile di Val Montanaia, star assoluta della giornata.

Le parole non possono descrivere la bellezza dei luoghi e anche le immagini rendono solo una vaga idea. Si sosta sotto il Campanile a ridosso del bivacco Perugini, con le crode che ci circondano da ogni lato.

Il Campanile di Val Montanaia

Quasi con dispiacere ci stacchiamo da questo incredibile luogo per iniziare la faticosa salita verso la forcella Montanaia. Da qui ci attende una discesa lungo un divertente ghiaione che la maggior parte di noi scende direttamente “pattinando” sopra i sassi, mentre i più timorosi effettuano restando più “aggrappati” alle rocce.

Dopo la ripida discesa lungo il ghiaione, la parte finale del percorso verso il rifugio Padova risulta una passeggiata di ordinaria amministrazione.

Il bellissimo e confortevole rifugio Padova ci accoglie con tutto il calore di Paolo e Barbara.

Pronti alla partenza dal rifugio Padova

La mattina successiva ripartiamo in direzione della forcella Scodavacca per l’ultima e più facile (ma non meno spettacolare!) tappa. Anche l’ultimo giorno ci offre un clima perfetto. La parte iniziale della salita ci regala magnifiche viste verso l’Antelao, il Pelmo e il Civetta in lontananza, mentre il gruppo della Cridola e quello dei Monfalconi incombono a sinistra e a destra.

Civetta e Pelmo visti durante la salita alla forcella Scodavacca
Il gruppo alla forcella Scodavacca

La forcella offre un colpo d’occhio magnifico. Scendendo verso il rifugio Giaf di decide di deviare a destra per il sentiero 354, un fantastico tratto di sentiero con grandi massi inframmezzati da larici e pini mughi tra il limite del bosco e dei ghiaioni che scendono a destra dal gruppo dei Monfalconi.

Scendendo dalla forcella Scodavacca

Si arriva quasi con dispiacere alla fine dell’avventura, ma ci consoliamo con un ultimo pranzo e gli ultimi brindisi presso l’ottimo rifugio Giaf.

E per finire, un video con i momenti salienti delle giornate.

SOLO PENSIERI POSITIVI!

Si può volare molto in alto se si rimane legati a un sogno” (G. Stoccoro, citato da Stefano)

John Muir diceva che andare in montagna è come tornare a casa; io mi sono sentita a casa tra i giganti di roccia friulani, ma soprattutto a camminare insieme a voi.” (Ilaria).